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Da tempo, Google penalizza i popup su mobile

Scopri quali e cosa fare per non perdere posizioni in rete!
Ormai è da molto tempo che il colosso statunitense ha deciso di rimuovere le label “mobile-friendly” dalle SERP, in quanto ormai l’85% dei siti è ottimizzato per la consultazione da dispositivo mobile. Ma non è finita qui, perché le pagine web, consultate da mobile, in cui sono presenti banner pubblicitari invadenti, troppo grandi, tanto da ostacolare la lettura dei contenuti online, perdono posizione sul più diffuso motore di ricerca online. Il cambio dell’algoritmo, avvenuto un anno fa, penalizza la presenza di pop up fastidiosi per la navigazione da smartphone e tablet, che bloccano l’utente nella fase di lettura.

Quali banner vanno evitati?

  • Pop-up: porzioni di immagini e testo in sovra impressione collocati al di sopra del contenuto della pagina. Si tratta di uno dei casi forse più diffusi: per poter visualizzare le informazioni ricercate si deve effettuare un’azione, come per esempio cliccare il bottone di chiusura del pop up, prima di poter consultare la pagina. Di solito, sono legati ad annunci sponsorizzati e vengono inseriti per obbligare l’utenza a premere sull’inserzione online. I popup sono considerati intrusivi perché oltre ad ostacolare la fruizione dei contenuti, limitano l’usabilità della pagina e “rubano” click sull’advertising, a cui sono agganciati.
  • Annunci interstiziali autonomi: non coprono l’intero contenuto della pagina su mobile, ma in ogni caso obbligano l’utente a compiere un’azione per chiuderli.
  • Annunci invasivi: per generare questo annuncio si utilizzano layout, che hanno una parte superiore della pagina quasi identica a quella della pagina, a cui è stata allineata, per ingannare il visitatore. Gli utenti di device mobile, quindi, potranno visualizzare l’advertising con lo stesso stile del contenuto originale della pagina, solamente a seguito di scroll della stessa.

Quali banner non sono, invece, penalizzati da Google?

  • Popup per l’utilizzo dei cookie o per verificare l’età degli utenti.
  • Login per l’accesso alle aree riservate.
  • Quelli ritenuti poco invasivi e facilmente occultabili, perché usano una parte limitata dello spazio dello screen da mobile.

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