Influencer Marketing, un passo più in là
L'influencer marketing da tattica di marketing è divenuta, negli ultimi due anni soprattutto, una parte essenziale delle strategie di marketing, grazie a cui i brand possono migliorare l’identità di marca ed innalzare (in alcuni casi) i profitti. Oltretutto, le campagne di influencer marketing sono sempre più usate anche perché consentono di arrivare ad un pubblico targetizzato con contenuti emozionali ad alto valore aggiunto.
Pressione al rialzo, a lunga scadenza
Secondo la rivista internazionale ADWeek, nel 2017 sono stati investiti ben 2 miliardi di dollari nell’influencer marketing. Sembra proprio che il trend sia destinato a crescere, raggiungendo i 10 miliardi di dollari entro il 2020.
Da una tantum a consuetudine
L'idea di sfruttare gli influencer per un evento, il lancio di un prodotto o di una pubblicazione una tantum fa parte di un presente ormai passato. Il valore delle relazioni a lungo termine tra il brand e l’influencer è molto più alto di una relazione “mordi e fuggi”. Più i legami sono solidi e continuativi, più il rapporto si fortifica a vantaggio di entrambe le parti. Migliora la qualità dei contenuti pubblicati e gli influencer si sentono coinvolti attivamente nella comunicazione del brand, in cui finiscono per risconoscersi.
Terreni fertili
I primi influencer sono nati con l’avvento dei blog. Ora però sono i social network i terreni più fertili su cui coltivare campagne efficaci di influencer marketing. I blog sono invece considerati delle “semplici” ma comunque importanti vetrine di approfondimento. In questo scenario, Facebook e Instagram hanno risposto per primi ai bisogni latenti degli influencer. Come? Hanno potenziato, come mai prima, le funzionalità degli strumenti di misurazione dei post sponsorizzati. Ciò significa che hanno offerto l’opportunità a influencer e brand di migliorare i contenuti e le strategie sulla base di feedback arrivati in tempo 0. Molto probabilmente a breve termine vivremo un’ulteriore spinta dei Social Big Player verso il potenziamento dei tool, con la conseguente monetizzazione della distribuzione di contenuti.
Potere ai PICCOLI!
Fino a qualche anno fa, nonostante la crescita dell’influencer marketing, i grandi brand hanno un po' trascurato i micro-influencer, cioè quelli con meno pubblico (tra i 10.000 e 100.000 seguaci). In realtà ci si è accorti che sono altrettanto impattanti e riescono a dare un tocco di credibilità in più ai loro post. Appaiono più genuini e spontanei. Senza contare che, diversamente dai colleghi “VIP” sono più facili da raggiungere, perché non usano manager o agenzie. Le relazioni sono di fatto molto più autentiche nonostante maturino nel mondo del social commerce.
Un passo più in là. Chi è Miquela Sousa?
Sui social sta prendendo piede una nuova specie di influencer. Si tratta di figure esistenti solo nel mondo digitale, dove quotidianamente alimentano i loro account con storie a dir poco coinvolgenti.
Sicuramente una tra le più famose è Miquela Sousa, conosciuta come @lilmiquela su Instagram. Modella e musicista brasiliana-spagnola di Los Angeles. Sfila ad eventi importanti a livello internazionale, veste outfit firmati da grandi brand della moda tra cui Dior e Chanel e da agosto 2017 ha fatto il suo debutto nel mondo della musica con il primo singolo "Not Mine” diventato tra i più virali su Spotify. Sul web ormai tutti si chiedono chi si celi realmente dietro a Miquela. Sicuramente è qualcuno dotato di un buon mix di capacità digitali, che spaziano dal visual al mondo dei cartoon, dell’informatica e dello storytelling.
In un’intervista Miquela rivela "Mi piacerebbe essere descritta come una artista o una cantante o qualcosa che riconduca al mio lavoro, piuttosto che ricevere una semplice descrizione delle mie qualità superficiali”. Insomma è una ragazza profonda, di valori, oltre che bella e intrigante. Tanto che sostiene anche cause sociali.
Miquela nei suoi post racconta le difficoltà di ogni giorno, i momenti felici e quelli più impegnativi. Nei messaggi emerge la volontà di fare le cose al meglio, di non mollare mai, di aiutare gli altri. I suoi comportamenti sono ineccepibili, mai volgari e mai fuori dalle righe. Con lei NON esistono “cadute di stile”. Insegna agli altri come comportarsi in ogni circostanza.
Diversamente dalle persone in carne e d’ossa i brand con lei sanno di fare sempre bella figura :)
Realtà VS Finzione
Vere o no, le "celebrità virtuali" sono in circolazione da anni.
Per la prima volta sono emerse alla fine degli anni '90 quando il musicista Damon Albarn e l'artista Jamie Hewlett fondarono la band virtuale Gorillaz. Da allora sino ad oggi, gli scenari della comunicazione sono decisamente cambiati.
Ora diversi stilisti e case di lusso, di diversi settori, usano i personaggi virtuali come un espediente di marketing. L’ascesa alla fama di Miquela (insieme alla controparte maschile @blawko22) ne è una testimonianza. Il loro seguito è in rapida crescita. I followers sono tutti guadagnati con un attivismo degno di nota. Miquela ha un approccio più pratico con la sua community rispetto a molti altri influenzatori. Ad esempio, indirizza messaggi a molti dei suoi follower se vogliono consigli o domande. I dialoghi che nascono sono stimolanti e aprono riflessioni e scenari profondi.
Come lei stessa afferma: “L'apprendimento viene anche dall'ascolto, quindi se hai uno spazio autoreferenziale, allora stai limitando la tua crescita…Sono un'artista e ho espresso opinioni impopolari e, di conseguenza, mi sono costate dei fan. Mi piacerebbe essere proprio come i miei fan desiderano che io sia, ma alla fine della giornata devo prendere decisioni in cui credo”.
La conclusione
Tutto ciò pone il focus su quesiti più ampi.
Il mondo della finzione avrà la meglio su quello reale?
Quanto dovrebbe importare ai brand se un influencer è stato generato dal computer, soprattutto se l'avatar ha un’influenza migliore e maggiore sul pubblico rispetto a quella di un influencer "reale"?
Gli scenari sono in divenire! In ogni caso, sembra proprio che vinceranno le relazioni.
Chiunque si celi dietro a Miquela lascia trasparire una forte carica valoriale e doti comunicative da GURU. Gli utenti amano immedesimarsi in personaggi positivi, aperti al confronto, con cui condividere interessi, ambizioni e vedute.
I messaggi brandizzati pubblicati da influencer commerciali, sono fini a se stessi e odorano un po' di naftalina. Il vero valore del brand invece emerge veramente grazie al lavoro di influencer dotati di una carica emotiva forte, dove non esistono filtri alla purezza dei gesti e dei comportamenti dell’individuo.