Alla ricerca di nuovi profili?

Il profilo a I (verticale)
Il profilo a I coincide con la figura dello specialista, cioè dell’esperto che ha studiato ed opera in uno specifico ambito di lavoro. Tipicamente, i medici specializzati in una specifica area e disciplina, rientrano in questa categoria.
Il profilo - (orizzontale)
Il profilo orizzontale conosce più materie ed ambiti, ma in modo abbastanza superficiale. Questo però gli consente di poter comprendere linguaggi, approcci e dinamiche di lavoro, utilizzati da altre persone.
Il profilo T (verticale + orizzontale)
Alcuni studi comportamentali hanno dimostrato che, inserendo tanti specialisti all’interno di uno stesso team, emergono difficoltà di comunicazione proprio perché le persone non sono in grado di comprendere il linguaggio usato dagli altri e, molto spesso, si generano incomprensioni.
Per questo motivo, alcuni professionisti di ricerca e selezione di risorse umane, agli inizi degli anni ’90 hanno coniato il profilo a T. Già dalla lettera percepiamo che si tratta di un profilo, che deriva dall’unione dei due visti in precedenza (I e -). Quindi, si tratta di persone dotate di competenze approfondite su uno specifico ambito, che in più hanno un bagaglio di conoscenze trasversali, il che li rende più agili nello scambio e nella condivisione di informazioni all'interno di un team.
Un esempio pratico
Per far capire meglio il concetto di profilo a T, ci ricolleghiamo al nostro settore, dove interagiscono costantemente tra di loro grafici, programmatori, risorse del marketing e della comunicazione e così via. Ora, ci soffermiamo sulla figura di un programmatore specializzato in un certo linguaggio di programmazione. Questo professionista deve comunque conoscere gli altri linguaggi di programmazione usati dai colleghi, per realizzare progetti condivisi. In più, se conoscesse anche qualcosa sull’UX e magari anche sul marketing, allora riuscirebbe ad ampliare le sue prospettive e a comprendere più facilmente le tematiche e le strategie condivise durante gli incontri di progetto. Così facendo, sarebbe in grado di destreggiarsi con successo nei meeting aziendali, a prescindere da quale sia la sua specializzazione. A sua volta, però dovrebbe essere proattivo nel proporre soluzioni brillanti, che solo lui può trovare per il suo specifico ambito d'interesse.
Benefit per l'intero team
Le aziende che scelgono e formano persone con competenze a T si ritrovano, quindi, ad avere team affiatati e, soprattutto, capaci di creare soluzioni che sono sempre al passo con i tempi, che rispondono alle necessità aziendali e dei clienti, superando brillantemente gli eventuali colli di bottiglia. Le risorse con queste skills fanno la differenza, a qualsiasi livello lavorativo operino.
Azienda a forma di T
Per promuovere l’approccio a T, l’azienda stessa deve essere capace di sostenere le persone, incoraggiandole a condividere, ad ascoltare e a a comprendere gli altri colleghi delle diverse unità aziendali. In più, deve prevedere un’organizzazione agile del lavoro ed incentivare lo scambio e la diffusione di informazioni. Per riuscire in questa “impresa” è fondamentale prevedere la presenza di coordinatori trasversali di team, che diano stimoli continui alla formazione e all’aggiornamento, incoraggiando lo sviluppo di idee e soluzioni. I primi ad adottare questo approccio a forma di T dovrebbero essere proprio i manager e, in particolare modo, il leader dell’azienda. Come? Superando la tradizionale gerarchia aziendale, per condividere le conoscenze in tutta l’organizzazione, pur curando le performance di ogni singola unità di business.