Da "piazza" a "salotto di casa".

L’esperienza social è sempre stata associata alla “piazza”, ma ora questa dimensione si è evoluta, trasformandosi nel “salotto di casa”. A dirlo è proprio il padre fondatore di Facebook.
Zuckerberg, infatti, ha ammesso che negli ultimi 15 anni, i social network sono diventati gli equivalenti digitali della piazza pubblica, dove è possibile interagire con molte persone contemporaneamente. Ora però l’obiettivo è un altro: divenire una piattaforma per le connessioni private, l’equivalente di un salotto.
“The basic idea […] is that in our lives we all have public spaces like the town square and private spaces like our living rooms. In our digital lives, we also need both public and private spaces.For the last 15 years, Facebook and Instagram have become the digital equivalents of the town square where you can do almost anything you want with lots of people at once.…Today, people increasingly want the intimacy of connecting privately as well. So I think there also needs to be a digital equivalent of the living room — a platform just as built out with all of the ways you’d want to interact privately. We already see that messages, small groups and stories are by far the fastest growing areas of online communication.”
Pochi, ma buoni!
Su Facebook
Sta prendendo piede uno stile di comunicazione meno strutturato e basato su informazioni più veritiere, dove i casi di notizie fake sono decisamente inferiori. In parallelo alla crescita dei gruppi, si è registrato anche un forte aumento nell’utilizzo delle Stories, soprattutto tra le generazioni più giovani. Facebook ha recentemente dichiarato che sono 500 milioni gli utenti ogni giorno pubblicano contenuti attraverso il formato storia. Zuckerberg ha evidenziato che i gruppi e le stories stanno diventando le due modalità principali per comunicare attraverso i social. Facebook sta assomigliando sempre di più ad una specie di incubatore di gruppi sociali, in cui le persone si incontrano per condividere gli stessi interessi, argomenti oppure per conversare su notizie lampo.
Su Instagram
Per consentire alle persone di scambiarsi impressioni su interessi comuni, Instagram ha messo a disposizione gli #, grazie ai quali possiamo facilmente ricercare gli argomenti. In più l’algoritmo fa vedere in automatico i post di persone sconosciute, ma affini per temi trattati nei loro post.
Il successo dei gruppi
Il loro successo deriva dall’empatia, cioè dalla naturale propensione delle persone di interagire con altre con cui sentono affini. Il fenomeno del “moral tribalism” sta avanzando anche nel mondo digitale, dimostrando che l’uomo è una specie che è nata per vivere e stare in gruppo, nonostante il continuo processo evolutivo.
Con una media di 5000 contenuti visti al giorno sui social media, ottenere un’opinione completa sui temi visti è difficile, perciò le persone sentono l’esigenza di trovare un luogo dove il dialogo è più diretto, libero ed onesto.
Il contenuto deve essere sociale
Per i brand, questi cambiamenti sui social network hanno un impatto importante sulle forme di comunicazione da usare sui propri canali aziendali. Prima di tutto, nei gruppi più ristretti è indispensabile dare valore alla persona e ai partecipanti. Magari una soluzione potrebbe essere quella di dare info in anteprima o stimolare i dibattiti sulle preferenze di un prodotto che dovrà essere cambiato o sul lancio di una novità. Un’altra scelta è quella di coinvolgere attivamente le community digitali anche nel mondo reale, invitandole agli eventi. I club sportivi sono un ottimo caso su cui applicare tale approccio.
Molte marche hanno capito l’importanza di abbracciare, sviluppare e difendere temi che sono cari al gruppo.
Il contenuto ritorna ad essere un oggetto sociale, perché si diffonde grazie al passa parola attraverso più piattaforme e canali di comunicazione. Pensiamo ad esempio alle gif che si propagano da Facebook a WhatsApp senza ostacoli. La scelta di parlare ai gruppi deve essere però fatta in modo consapevole, con una strategia precisa, con lo scopo di avvicinarsi alle persone, capendo le necessità e comprendendo il linguaggio, i valori e le prospettive future.